Il cioccolato: zucchero e grassi, voglie, avversioni e sport
Le voglie di cibo sono estremamente comuni, in particolare tra le donne.
Tra i vari tipi di alimenti quelli più frequentemente segnalati come i più desiderati sono il cioccolato e i cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi.
Il desiderio di specifici macronutrienti, come i carboidrati, derivano da un bisogno fisiologico di alterare i neurotrasmettitori in stati come i disturbi alimentari, i disturbi affettivi o l’obesità.
Vi sono alcune prove del fatto che i cibi dolci e ricchi di grassi sono preferiti dalle donne con disturbi alimentari e che, nelle loro abbuffate, preferiscono questi alimenti in quanto viene toccato il sistema oppioide endogeno. L’avversione ai grassi è, invece, tipica delle donne che soffrono di anoressia nervosa.
Le voglie alimentari sono molto comuni, con il 97% delle donne e il 68% degli uomini che riportano episodi di attacchi di fame.
Una teoria, spesso proposta, è che molti individui assumono carboidrati nello sforzo di alzare il tono dell’umore; questa teoria mette in evidenza che il cibo viene usato come una forma di “ automedicazione” per migliorare gli stati affettivi spiacevoli. Ciò si verifica con l’aumento della serotonina del neurotrasmettitore cerebrale, che è ben noto per avere un impatto positivo sull’umore.
Il desiderio di carboidrati, in particolare dei dolci, è particolarmente accentuata nelle bulimia nervosa, nella sindrome premestruale e nel disturbo affettivo stagionale.
Ma non si può parlare di voglia di zucchero e grassi senza parlare del ruolo del cioccolato!
Il cioccolato è l’alimento più richiesto nel Nord America e, in particolare, è richiesto dal 40% delle donne e dal 15% degli uomini, e anche se molti golosi di cioccolato riportano una preferenza generale per i cibi dolci, la maggior parte afferma che altri cibi non riescono a soddisfare il loro desiderio quanto il cioccolato.
Poiché il cioccolato è ricco di magnesio, è stato suggerito che una carenza di magnesio potesse giocare un ruolo importante nella voglia di cioccolato; tuttavia, altri alimenti, come le noci, che contengono concentrazioni di magnesio molto più alte, raramente, sono oggetto di voglia .
Questa teoria è stata dimostrata in uno studio condotto da alcuni studiosi presentando a dei volontari delle scatole sigillate contenenti:
– 1 barretta di cioccolato al latte
– 1 barretta di cioccolato bianco
– capsule contenenti cacao ( quindi con le sostanze psicoattive)
– capsule contenenti cioccolato bianco e cacao
– capsule placebo
il risultato è stato che solo il consumo di barrette ha soddisfatto la voglia di cioccolato, sottolineando il fatto che gli effetti del gusto erano molto più coinvolti di quelli farmacologici nella voglia di cioccolato.
In Europa il cacao viene introdotto nel 1528, quando Cortez, dopo aver conquistato il Messico, presentò a CarloV una collezione di piante e semi tra i quali quelli del cacao.
I Maya e gli Atzechi coglievano i “fagioli” dall’albero di cacao e producevano una bevanda chiamata “xocoatl” ossia bevanda degli dei.
Il perché il cioccolato venga definito come “dipendenza”, che richiede l’uso compulsivo di una sostanza, il consumo incontrollato e l’esistenza di sintomi da astinenza è ancora oggi oggetto di molti dibattiti.
Numerosi studi descrivono sostanze psicoattive nel cioccolato, tra cui la teobromina ( debole stimolante del sistema nervoso centrale ), anandamide ( un cannabinoide endogeno ), feniletilamina ( un composto simile alle anfetamine ) e caffeina.
Tuttavia, le quantità di queste sostanze psicoattive sono cosi piccole da non avere un ruolo importante nel consumo di cioccolato.
Per quello che riguarda i grassi, il loro consumo, nella società occidentalizzata, è considerato piacevole. I grassi aumentano l’appetibilità dei cibi, contribuendo a migliorare i sapori, gli odori e le consistenze alimentari.
L’avversione ai grassi è stata descritta negli individui con disordini alimentari come l’anoressia nervosa, anche se la riduzione del consumo di grassi dovrebbe essere visto da tutti come un fattore importante per la salute.
Ma torniamo al cioccolato, e vediamo se nel mondo degli sportivi il suo consumo è ammesso.
Uno studio recente ha confermato che il cioccolato, in particolare quello fondente, svolge un ruolo positivo sulle prestazioni sportive. Il meccanismo fisiologico alla base di questi effetti benefici è abbastanza complesso ma in concreto si possono avere miglioramenti importanti determinati dalle sostanze contenute, che sono:
– i polifenoli che contengono bioflavonoidi, molto importanti per i loro effetti positivi sul sistema cardiovascolare, sulla coagulazione del sangue e per la capacità di migliorare il sistema circolatorio.
– la teobromina che è l’alcaloide principale del cacao con blande proprietà diuretiche, cardiotoniche, vasodilatatorie soprattutto a livello coronarico. I noti effetti stimolanti del cioccolato sono dovuti alla presenza della teobromina con la caffeina, in particolare nel cioccolato fondente. I suoi effetti stimolanti si possono notare anche a livello muscolare dove viene promosso un maggiore recupero, aumenta la resistenza alla fatica e migliora la concentrazione.
Inoltre, la caffeina stimola la produzione di serotonina e di endorfine; la serotonina è un ormone conosciuto come ormone del buonumore perché interviene quando c’è un calo dell’umore.
Le endorfine sono sostanze chimiche prodotte dal cervello dotate di una elevata attività eccitante e analgesica, in grado di dare un senso di benessere, e una delle condizioni scatenanti la loro formazione è proprio l’attività fisica.
– il magnesio è presente nella polvere di cacao amaro nella quantità di 500mg, di 150mg nel cioccolato fondente e di 60mg nel cioccolato al latte, e questo permette di ridurre i crampi muscolari.
Occorre sottolineare che la quantità di zuccheri, nel cioccolato, è inversamente proporzionale a quella del cacao: più alta sarà la concentrazione di cacao e minore sarà quella degli zuccheri.
Dalla composizione chimica del cioccolato si vede come sia elevata la concentrazione di grassi e, in particolare, 100g di cioccolato equivalgono a 3 cucchiai di olio!
La combinazione dei grassi e degli zuccheri presenti devono, quindi, limitarne il consumo, soprattutto per gli sportivi attenti alla loro forma fisica, per i quali si può arrivare a 20g al giorno….
Il cioccolato fondente ha un tenore di zuccheri inferiore al cioccolato al latte, mentre il cosiddetto cioccolato bianco non contiene cacao ma una miscela di burro di cacao, zuccheri e derivati del latte.
Il cioccolato è, quindi, sinonimo di soddisfazione, ricompensa, piacere che anche lo sportivo si può concedere per compensare gli sforzi intensi dell’allenamento o per il rigore eccessivo a cui è sottoposto; quindi, gli sportivi possono regalarsi un po’ di cioccolato possibilmente fondente e a tutti.
Di D.ssa Cedrino Emanuela – Farmacista Esperta in Nutrizione e Consulente alimentare